sabato 15 giugno 2013

Io non voglio crescere, andate a farvi fottere!*

Manca appena mezz'ora alla partenza. Ho dovuto organizzare il rientro di corsa perché sono stata contattata all'ultimo momento per un colloquio di lavoro.
Quell'ultima mezz'ora la sto passando in giardino con lui.
Siamo usciti per fumarci una sigaretta e poi ci siamo fermati lì, che seduti sui gradini all'ombra si stava proprio bene.

Io lui l'ho visto crescere.
Quando è nato pesava appena due chili e mezzo. Ed è stato amore a prima vista.
Adesso ha diciannove anni ed è un bestione di quasi un centinaio di chili per un metro e ottantacinque d'altezza.
Quando era piccolo io lo adoravo.
Mi piaceva dargli il biberon, tenerlo in braccio, stare semplicemente a guardarlo.
Avevo un effetto calmante su di lui e quando piangeva se lo cullavo per un po', lui si addormentava tra le mie braccia.
Perfino sua madre si stupiva di questa cosa.

Quel rapporto speciale e quell'intesa, ce la siamo portata dietro per anni. Ogni tanto ci perdevamo, ma ci siamo sempre ritrovati. Quando ce n'era veramente bisogno eravamo lì tutti e due, insieme.
Tra tutti i miei nipoti lui è quello che mi assomiglia di più, lui infatti ha i miei occhi, il mio modo di fare e fino ad una decina d'anni fa ci scambiavano sempre al telefono perché avevamo la stessa voce e parlavamo allo stesso modo.

"Mi sono rotto il cazzo" mi dice, "Qui si fanno tutti di cocaina, sai?"
"No, tesoro, non ci siamo. Come fai a dire che si fanno tutti di cocaina? Forse sei tu che esci con le persone sbagliate. Non devi pensare che quello sia il tuo mondo, capito? Io avevo amici a cui ero affezionatissima. Beh, quando uscivo con loro, in certi momenti mi sembrava di essere al Bahnohf zoo di Berlino. Così ho deciso che basta, che per quanto volessi loro bene ci dovevo dare un taglio"
"Si, hai ragione. Non è vero che si fanno tutti di cocaina, c'è anche l'MDMA"
"Ma che cazzo. E comunque spiegamela 'sta storia dell'MDMA che sono curiosa"
"Guarda, dicono che sia una figata pazzesca, il migliore tra gli stupefacenti. Ti fa venire voglia di ballare, ti rende euforico e sai qual é il bello?"
"Cosa?"
"Che ci si sente tutti fratelli. Ho visto sconosciuti abbracciarsi di punto in bianco e scambiarsi i numeri di telefono, ti rendi conto? Per quanto riguarda il resto, le canne se le fanno tutti, poi qualcuno si fa di ero..."
"Ma no, dai, ci sarà giusto qualcuno che se la porta dietro dagli anni '80. Ma chi cazzo vuoi che si faccia d'ero al giorno d'oggi? È una roba da dinosauri. "
"Conosco gente della mia età che si fa d'ero. Oh ma tu non ti vuoi proprio rendere conto della situazione..."
"Scusami un attimo, ma con che cazzo di gente esci? Ma non conosci nessuno che ha degli hobbies normali? Non so, la musica, la cucina, gli scacchi..Io conoscevo tanti disperati, ma conoscevo anche persone normali, eh"
"Ma va Lì, ma che pensi? Qui sono sballati tutti. Tutti. Il problema sa qual è?"
"Quale"
"Che noi ragazzi non c'abbiamo voglia di fare un cazzo"
"E no bello mio, ti proibisco di dire una cazzata del genere. Non è vero che non c'avete voglia di fare un cazzo. Siete annoiati e non avete stimoli. La colpa non è vostra. La colpa è di questa cultura di merda e soprattutto di questo sistema scolastico di merda.
Sai una cosa? Dovrebbe essere la famiglia per prima a farti crescere come persona, a darti la possibilità di esprimerti. Purtroppo però la famiglia a volte non ha le possibilità, la voglia, o le conoscenze per farlo. E lì dovrebbe intervenire il sistema scolastico.
La mia famiglia ad esempio proprio non ce la faceva. Mio padre, tuo nonno, c'ha la terza elementare e in tempo di guerra ha patito la fame. L'importante per lui era che fossi sana e che mangiassi. Non riusciva a vedere altro.
Però avevo la scuola. E io a scuola andavo bene, ero una delle migliori. E sai che cosa me ne sono fatta di tutte le belle parole che i miei insegnanti hanno detto a me ai miei genitori? Mi ci sono pulita il culo, ecco cosa ci ho fatto.
E se invece a scuola non vai bene sei un somaro, uno che nella vita non farà nulla di buono, una causa persa.
Eppure esistono milioni di modi per esprimersi e per crescere, a volte è solo questione di andare appena un pochino più in là del proprio naso.
E a volte c'è proprio bisogno di qualcuno che ti guardi e ti riconosca per quello che sei.

Vattene di qua, esistono altri mondi, altre persone, non fermarti a questa vita piccina, piccina. Conoscerai gente nuova che magari non pensa tutto il giorno a canne, MDMA, cocaina e, minchia ma 'sta storia dell'eroina è proprio vera?"

Lui mi guarda perplesso. Questa cosa dell'andare via proprio non la capisce.

Eppure io ci vedo tanto di buono in lui, ma proprio tanto.
È però così assorbito dal suo mondo piccino, piccino che temo possa perdersi via anche lui.

Arriva l'ora e a me un po' viene il magone, ci salutiamo di corsa.

"Vedrai Lì, il colloquio andrà di merda"
"Ma grazie per l'incoraggiamento"
"È tutto a tuo favore, si chiama psicologia inversa"
"Non fa una piega. Oh, vedi di non combinare altri casini e in bocca al lupo per gli esami"
"..."
"Oh, testa di ciolla, devi rispondere -che crepi-"
"Crepi o non crepi. Sai a me che cazzo me ne frega?"
Appunto, il problema è proprio questo.
Anche perché se dovesse venire bocciato un'altra volta la faccenda inizia a farsi davvero complicata.

"Charlie fa surf.
Quanta roba si fa.
MDMA
Ma ha le mani inchiodate.
Se Charlie fa skate, non abbiate pietà.
Crocifiggetelo.
Sfiguratelo in volto con la mazza da golf.
Alleluja, alleluja"*


*E si torna un'altra volta a "Charlie fa surf" dei Baustelle

8 commenti:

  1. I figli di mezzo della storia... Senza sfide e senza ideali...

    "Siamo la danzante e canticchiante merda del mondo." - Fight club

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    1. E bravo Joker, stavo pensando a qualche nuovo film da vedere, e il Fight club mi incuriosiva da un po'. Forse da qualche parte dovrei avere anche il libro.

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  2. Io sono un pochino più vecchietta ma non di tanto, sono più vecchietta di quel che basta per vedere un abisso tra i neo maggiorenni e quelli della mia generazione.
    Non ho idea di cosa sia successo, so solo che quando incontro quelli un po' più piccini mi spavento... Io a 19 anni ero parecchio fuori (vivevo sola, bevevo molto, ecc...) ma avevo dei parametri, dei limiti da cui sporgermi prima di oltrepassarli, ora dai 20 in giù c'è un caos totale, specie dove manca la presenza di una famiglia.
    Bambine puttane per vocazione, mica per induzione, ragazzini fatti di ogni sorta di droga oppure fatti di TV e videogames, ragazzini tirati dentro a circoli, sette, tribù, gruppi.
    Il mio ragazzo dice che esagero, che c'è tanta brava gente, sì è vero, per carità, ma questa differenza abissale tra noi e quelli più giovani di 3-4 anni la vedevo già quando andavo a scuola. Quando ho iniziato le superiori (era il 04) ricordo che le femmine erano già alla ricerca di un'identità erotica accattivante ma non erano come quelle che ho visto a fine liceo dove le nuove arrivate (14 enni eh!) erano perizomate, minigonnate, ipertruccate. I ragazzini della mia età al liceo erano interessati a calcio e ragazze, quelli più giovani invece a videogames e sigarette.
    Sono io paranoica? Ho le "traveggole"?

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    1. Ma ciao Sea! Guarda, non lo so neanche io se sia davvero possibile ragionare per "generazioni". Ad esempio, quando io facevo la quinta elementare ero una bambina a tutti gli effetti e lo erano anche le mie compagne di classe. C'erano però diverse nostre coetanee, parecchio avanti per la loro età, che all'epoca facevano cose che noi manco ci immaginavamo possibili. Mia nipote, che è un'89, la pensa esattamente come te quando parla delle nuove ragazzine e del loro rapporto col sesso.
      Io credo che certi comportamenti ai limiti del patologico, come ad esempio l'uso smodato di alcool e stupefacenti o l'eccessiva libertà sessuale in un'età in cui di solito non si è nemmeno raggiunta la pubertà, sia presente in ogni generazione. Ho solo la sensazione che forse oggi ci sia solo molta più sfacciataggine e che sia tutto molto più esplicito e meno sotteraneo.
      secondo me tutto dipende da dove cresci. Il mio paese d'origine non è che brilli esattamente per "vivacità culturale" e ti basta entrare nel primo barettino che incontri per constatare il livello di ignoranza e intollerenza che c'è. Razzismo, omofobia e neo-fascismo come se piovesse. Poi è normale che per i giovani "non c'è speranza". Forse la realtà che dipingo io può apparire dura ed eccessiva. Purtroppo è così però. Ho lavorato nei bar per anni e ne ho sentite e viste di cotte e di crude. Se la famiglia non va, la scuola non va, la cultura nemmeno allora una persona a chi deve far riferimento per crescere?

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    2. Sono coetanea di tua nipote, probabilmente abbiamo visto le stesse cose.
      Secondo me non è meno sotterraneo, è davvero di più. Le pecore "nere" da che mondo e mondo sono sempre esistite per fortuna, quel che dico io è che mi sembra tutto esagerato e portato ai limiti (se non oltre) soprattutto senza alcuna consapevolezza. E' quello che mi spaventa, la mancanza di consciousness.

      Riguardo all'arretratezza culturale, bé siamo uno dei Paesi europei se non del mondo con il più basso investimento nella cultura, siamo i peggiori lettori di libri in Europa e abbiamo il nostro tasso di alfabetizzazione è sotto la media europea. Sono solo dati ma forse qualcosa significano...

      Sono preoccupata, sempre, ansiosa per il futuro.
      Non credo questo sia un bel mondo dove vivere.

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    3. Forse c'è stato davvero qualcosa che non è andato tra una generazione e l'altra. Da parte mia so di essere una "zia" (mi fa strano definirmi così, mi sento più una sorella maggiore) sempre presente. Vuoi la lontananza, vuoi che non sempre ho la testa per, io cerco comunque di insegnare ai più piccoli a rispettare se stessi e gli altri (e anche a farsi rispettare). Con il mio nipote del post, spesso è una causa persa in partenza e infatti sono parecchio preoccupata per lui. Non so cosa succederà in futuro ma quando vedo mia nipote più grande con il suo bambino e vedo che madre meravigliosa riesce ad essere, mi sento rincuorata.

      Non sono solo dati. Anche io vedo troppe cose che non vanno e a volte mi sembra di essere una delle poche a notarlo.
      Ciao Sea, un abbraccio!

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  3. Ciao Lilly è una storia vecchia come il mondo,e ognuno rimane figlio di se stesso,anche tuo nipote, e non si può andare per generazioni,come dici bene tu,la mia non era meglio di questa,qualcuno è cresciuto ,qualcuno si è perso, e hai consigliato bene tuo nipote; se non ti va bene cambia aria. Come hai fatto tu,come ho fatto io come hanno fatto tanti altri, ne conosco alcuni di giovani e non si fanno,a volte alzano il gomito un po' hanno interessi, grazie a dio esiste la variabilità :-).
    Troverà la sua strada, ma che nessuno molli la presa, sarebbe lasciarlo andare alla deriva e forse i suoi sono i primi sintomi di volere cambiare qualcosa.
    Un saluto

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    1. Ciao Carolina!Andarsene è sempre la soluzione migliore. Nel mio caso non è che sono finita in un posto nettamente migliore rispetto al precedente. L'importante però è staccare.Perché solamente staccando puoi accorgerti che esiste anche dell'altro. Io cercherò, nonostante la distanza, di stargli vicino come posso. Speriamo in bene!

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