giovedì 2 gennaio 2014

Arrivata a questo punto posso solo sperare di trovare dio

(Titolo inutilmente pomposo e pretenzioso. Non mi veniva in mente altro però)

La ragazza che ho visto poco prima mi rivolge all'improvviso la parola: "Scusa!"
Mi coglie alla sprovvista e all'inizio non capisco se si stia rivolgendo proprio a me. 

E a chi cazzo avrebbe potuto rivolgersi?
Accanto a lei ci sono solo io.
Il mio amico cammina distante da me, immerso anche lui nei suoi pensieri.

Mi giro e la guardo.
"Dimmi pure"
La ragazza ha i capelli rasati da una parte e lunghi dall'altra.
Un occhio leggermente più chiuso dell'altro.
Ed è sporca.
Sporca in viso, sulle mani, sul vestitino di lana rasa e sul giubbotto chiaro troppo leggero.
Mi ricorda uno spazzacamino.
"Non è che mi faresti accendere?"
Mi sorprendo a vedere che dalla labbra le penzola una cicca di sigaretta (o di canna?), talmente consumata che mi chiedo cosa ci possa tirar fuori da fumare ancora.
D'istinto mi viene da accenderglielo io, il moccino.
Ma è talmente corto che che ho paura di bruciarle il viso sicché le passo l'accendino.
E rimango così incantata a guardarla che mi dimentico di augurarle buon anno intanto che mi restituisce l'acccendino, mi saluta e se ne va.
Un quarto d'ora dopo infilo la mano in tasca e trovo il mio pacchetto di sigarette.
"Avrei anche potuto offrirgliene una, quanto sono cretina" .

È il primo di gennaio.
È mezzogiorno.
Io e il mio amico siamo appena usciti dall'albergo per raggiungere il centro.
Una volta in strada ci siamo accorti che non passavano gli autobus della nostra linea e così abbiamo deciso di spararci quei sette chilometri a piedi.
Io, il mio amico e le rotelle del mio trolley che facevano un baccano d'inferno mentre scorrevano sull'asfalto.
Ci godevamo una Bologna inondata di sole, mentre cambiava vestito da un chilometro all'altro.
I palazzoni di periferia anni '70, così grigi e così tristi.
Quartieri anonimi, dove gli unici sprazzi di colore erano dati dai -sempre troppo pochi- muri colorati con la vernice spray.
Strade intere senza un negozio, senza un centro, senza un punto di ritrovo.
Qualche area gioco. Sempre se di area gioco si piuò parlare: uno scivolo, un altalena buttata in mezzo a qualche prato sparuto.
Passiamo di fronte ad una scuola.
In giardino ci sono dei muri.
Sì, non sto scherzando. Un uno spazio dedicato al gioco dei bambini ci sono dei muri.
Anche se qualcuno li ha colorati disegnandoci sopra delle faccine sorridenti, cazzarola so' sempre muri.

Non ho la reflex, vorrei fare qualche foto con il telefono.
Ad un certo punto lo tiro pure fuori quando passo di fronte all'ennesimo palazzone situato accanto ad una cimeniera che butta fuori fumo anche durante quel primo giorno dell'anno nuovo.
Poi decido che non ho voglia ho voglia di fare foto e lo metto via.

Finiti i palazzoni, arrivano le palazzine.
E la città si trasforma in paese.
Palazzine piccole con annesso il giardino, l'orto, qualche gallina che razzola in cortile.
E parchi bagnati dalla luce della una.
"Guarda queste bacche! E guarda questi frutti!Avevi mai visto della roba del genere?"
Cazzo siamo a Bologna. Eppure queste piccole scoperte vegetali mi colpiscono manco stessi osservando qualche strana pianta in Madagascar.
Le bacche sono dei piccoli corni rossi che ricordano dei minuscoli peperoncini. I frutti sono palle grosse quanto mele, composte da tante piccole palline verdi.
"Lisa, mai, mai visto niente di simile.
E rimaniamo lì perlessi a guardare ancora per quache minuto.
Poi riprendiamo il nosro cammino.

Nell'aria si sente profumo di fritto, di pasta al forno. E di trippa.
Da una macchina scende una ragazza con un vassoio avvolto nella carta alimentare.
Chissà, forse sono tartine. O forse è pasta fresca. Magari preparata da lei stessa. O comprata nel pastificio di fiducia.
Magari. Io posso solo immaginare.
Sicuramente la aspetta un abbondante pranzo da amici o parenti.

Il primo dell'anno è un giorno sonnolento, raccolto, di festeggiamente stanchi e di sommessa rilassatezza. Di divani e chiacchiere.
Di affetti autentici.
Ma solo quando gli affetti sono davvero autentici e riescono a sopravvivere nonostante la noia e le abitudini. E la voglia di buttare addosso agli altri lo shifo e il grigiume che si ha dentro.

Io invece in questo primo giorno dell'anno sono in giro per Bologna, con la Torre Degli Asinelli che si staglia sullo sfondo, lì dopo il ponte, a ricordarmi che il centro si sta avvicinando.
Ripenso ai primi dell'anno degli ultimi anni e a quanto mi andasse stretta la vita di prima.
A quanto mi riempie di gioia questa passeggiata tra sole e miserie. Orti e profumi.

Ecco i portici.
Ecco il centro con tutti quei mattoncini rossi.
Il centro in cui ho vagato tutta la notte prima, da un bar all'altro, facendo il pieno di prosecchi e risate.
Ecco Piazza Maggiore, lì, la sera prima ero rimasta incantata ad ascoltare il suono di un carrilon mentre sulle facciate dei palazzi signorili venivano proiettate strane immagini di palline colorate che si muovevano. Pareva Candid Crash Saga.
Che cosa c'azzeccasse non l'ho mica capito.
Ma era davvero importante capire?
O forse era molto meglio perdersi in quel momento, nel suono di quel carrilon, nelle immagini di quelle palline colorate che mi rocordavano un fottutissimo gioco per pc?

Arriviamo in stazione, mangiamo qualcosa al volo e si torna a casa.
Mi aspetta un viaggio in treno che sarà una lotta continua tra il sonno che cerca di avere la meglio sul mio cervello e la mia voglia di leggere il terzo capitolo di "Mangia prega ama".

Saluto il mio amico.
Saluto Bologna con la speranza di rivederla presto.
E saluto questo 2014.

"...e speriamo che questo 2014 sia meglio dell'anno passato..."

"...Lisa mi piace concludere l'anno che stasera saluteremo con il pensiero alle cose che belle che senz'altro ti/ci sono successe...Si pretende sempre tanto dalla nostra vita, ma spesso ci dimentichiamo delle piccole meravigliose cose che ad esempio la tua macchina fotografica ha saputo cogliere con tanta poesia"

Buon 2014 a tutti i i carissimi affetti che questo 2013 mi ha regalato.
Buon anno a tutti voi.

8 commenti:

  1. Buon anno a te!!Grazie!
    Ecco l'hai ben detto: a volte per ritrovarsi bisogna perdersi nelle piccole cose, negli affetti più cari e inaspettati, nel dato per scontato, nel nuovo che ci colpisce!
    Facciamoci rapire dalla magia dei sensi che ci guidano nella direzione giusta che seppur aspra, difficile e sudata è quella che ci dà più soddisfazione e non a caso ci portiamo nel cuore per sempre!!
    Un abbraccione
    Adhara. .possa la mia luce far brillare tutti!!;-)

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    1. Ho tanto bisogno di perdermi nelle piccole cose, è che ci resco così poco ormai! (a Padova era più facile!) un abbraccio anche a te Adhara!

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  2. Ciao Lilly, buon anno anche a te e condivido il pensiero del tuo amico, perchè alla fine il meglio di tutto sono tutte quelle piccole cose che rendono davvero tutto migliore.
    Un bacione a te e a Adhara

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    1. Ciao Carola! Buon anno anche a te! E speriamo che questo 2014 mi porti un po' di ispirazione che ho perso. Ti abbraccio.

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  3. Un saluto velocissimo in attesa di connessioni più durature: tantissimi auguri perchè tu possa conservare le belle cose che il 2013 ti ha dato e ottenere le soddisfazioni che meriti in questo nuovo anno!!! E che sia un anno pieno di scatti (di reflex, non di corsa, eh)! Un bacione, a presto (spero).
    Alberto

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    1. Buon anno anche a te Alberto, e speriamo di sentirci più spesso. Devo portarmi dietro la reflex più spesso.
      Spero sì di ottenere quallche soddisfazione, grazie mille!
      A presto!

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