giovedì 16 gennaio 2014

Yes, I can

Con quel grigiume che spesso mi assale credo che dovrò farci i conti per tutta la vita.
No, non se ne andrà mai.
Potrò forse dargli un senso, magari scriverci su qualcosa.
-Cinquanta sfumature di grigio by LiLLy-. Che ne dite?

"LiLLy Non vorrai mica propopinarci il tuo personalissimo elogio al grigiume? Perché guarda che già c'è crisi, le tasse aumentano e tu ci stai facendo ancora due maroni così..."

Ma no ragazzi, state pure tranquilli.
Non voglio tediarvi con le mie cinquanta sfumature di grigio.
Anche perché temo siano molte di più e io non voglio intasare la rete.
No, sono qui per raccontarvi di questa strana fase di transizione che sto attraversando in questa mia anomala vita.

"Ecco, lo sapevamo. Ma come te lo dobbiamo dire? LiLLy. I maroni. Hai presente le mongolfiere? Ecco quindi per favore..."

Ma che cazzo, ma mi volete lasciar scrivere?
Oggi sono qui per lanciare in questo mare virtuale, la bottiglietta contenente il mio personalissimo messaggio di speranza, gioia e fratellanza

"Oh LiLLy, finalmente! Che bello sentirti così gioiosa e propositiva! (In realtà sembri tutto tranne che gioiosa e propositiva, comunque noi crediamo in te. Avanti srotola il foglietto e leggi il tuo messaggio)"

Ok, ok, leggo subito.

Una sera di tanto tempo fa, mentre chiacchieravo amabilmente con una mia amica e con il tipo che tanto mi piaceva allora, mi saltò l'otturazione  di un molare destro. Arcata superiore.
Mi rifiutai categoricamente di andare dal dentista e, mesi dopo, durante una terribile, afosa e caldissima notte d'agosto, la carie si trasformò in pulpite. Avete presente quando si infiamma la polpa del dente e vi vengono dei dolori atrocissimi? Ecco.

"LiLLy, perdonaci, ma che cazzo di messaggio gioioso e speranzoso è mai questo?
(Ma davvero ti è saltata un'otturazione davanti al tipo che ti piaceva? E tu cos'hai fatto? Racconta, racconta!)

E che dovevo fare? L'istinto sarebbe stato quello di sputazzare l'otturazione sul palmo della mano per fare una prima constatazione dei danni.
Per fortuna mi sono contenuta. Ho evitato di fare smorfie strane e sono scappata in bagno con molta nonchalance.
Comunque.
Torniamo a quella terribile notte d'agosto.
La mattina decisi di prendere appuntamento dal dentista. Che ovviamente era in ferie.
Insieme a tutti gli altri dentisti della Lombardia. Forse c'era un convegno importante a Milano Marittima, chissà.

Io intanto soffrivo come una bestia e non sapevo dove sbattere la testa.
Ma di motivi per non farlo ce ne sarebbero stati milioni.
Che sì facendo avrei potuto far saltare altre otturazioni.
E certo un gran numero di preziosi, dei miei già pochi, neuroni.

E sticazzi. Mi sento un incrocio tra Dante Alighieri e Fabri Fibra.
Ad ogni modo.
Qualcuno mi consigliò di andare allo stomatologico di Milano, ma all'epoca ero molto più coglionazza di adesso e la parola stomatologico mi faceva venire il voltastomaco. E non ci andai.

Passai altri due giorni e altre due notti d'inferno. Mi drogai letteralmente di antidolorifici e, nonostante questo, il dolore non si placò affatto.
Finché, la mattina del quarto giorno, un piccolo centro dentistico nei pressi di Como tirò su la serranda.
Mi ci precipitai di corsa.
Subito dopo l'anestesia, il dolore scomparì all'istante e in quel momento capii che "Nirvana" non era solo il nome di un gruppo che mi piaceva un sacco, ma era anche uno stato dell'essere.

Una volta concluso il lavoro dal dentista andai a casa e lì volevo fare solo una cosa: dormire.
Il fatto è che prima dell'anestesia ero solo una povera creatura dolorante.
Dopo l'anestesia ero ancora una povera creatura che, seppur non dolorante, aveva dormite forse dieci minuti nelle precedenti sessanta ore.
E che, ricordiamo, aveva appena raggiunto il Nirvana.

Mi buttai tra le coperte che sembravo strafatta di Lsd.
Avevo sofferto così tanto prima dell'anestesia che l'assenza di dolore mi mandava in estasi.
Volevo dormire e non riuscivo a dormire perché ero troppo contenta. Contenta per l'assenza di dolore, perché fuori c'era il sole, perché le mie lenzuola erano liscissime e profumavano di ammorbidente.
Rischiai il tracollo psichico. Mia mamma allora mi disse che avevo proprio gli occhi spiritati, ma vi rendete conto?

"Bene LiLLy, molto interessate. Noi ti abbiamo ascoltato, tu però ci fai un favore? Il messaggio di speranza...non è che potresti tenertelo per te?"

E no eh. Adesso mi fate finire, va bene?
Il mio messaggio di speranza è questo: "Se mai vi dovesse saltare un'otturazione, andate subito dal dentista"

"LiLLy, questo messaggio di speranza fa cagare!"

Ok, va bene.
Erase and rewind.
Il mio messaggio di speranza è questo: "Adesso mi sento proprio come in quel pomeriggio d'agosto. Sono felice perché ho trovato una cura per il dolore ma ahimè, la pace è ancora molto, molto lontana. Ci vorrà molto tempo prima che io riesca a raccogliere qualche frutto. Eppure stavolta ci credo. Ci credo DAVVERO. Stavolta sono fiera di dirmelo, IO CE LA POSSO FARE!"

Spero solo di non avere gli occhi troppo spiritati




4 commenti:

  1. un pochino spiritati sono...ma vabbene cosi'!!!
    E cmq anche il primo messaggio di speranza e' molto saggio...e' bello sapere che, nella vita, prima o poi un dentista che ti placa il dolore lo si trova, anche se e' agosto e siamo a milano!
    buon strabellerrimo anno nuovo, Lilly, che te lo meriti!!!!

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  2. Evvai li ;.)) Il tuo messaggio di speranza mi ha fatto ridere un sacco :-)) .Te lo sempre detto io " ce la puoi fare" e pure io ce la possiamo fare :-)).

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  3. YES, YOU CAN!!!
    ...Che ridere i Nirvana!!!!
    Sei matta quasi quanto me!!!...Ti starò mica contagiando!!:D
    Un abbraccio, fa brillare sti occhi che sono bellissimi!!!

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  4. Ciao Lilly ormai questo blog latita da tempo,comunque ti mando questo http://narraredime.blogspot.it/2014/02/incornicio-il-mio-primo-premio-e.html ,se ti fa piacere ti ho nominata.
    Fammi avere tue notizie un bacione.

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