martedì 5 febbraio 2013

È comunque una storia d'amore più bella di Twilight

Nei dintorni della palazzina in cui ho vissuto per cinque anni, si aggirava, e si aggira tutt'ora un gatto.
Non so se si tratti di un lui o di una lei, sapete com'è, non gli ho mai guardato i genitali.

Beh LuiOLei c'era sempre, la sua era una presenza molto più fissa e stabile di quella del nostro amministratore condiminiale.
Quando arrivavi sotto il portone d'entrata LuiOLei te lo trovavi appollaiato sulla ringhiera di uno dei balconi o spanciato sul tettuccio delle macchine lì posteggiate. Sguardo perso nel vuoto, immerso in chissà quali pensieri felini.
Quando t'avvicinavi iniziava a fissarti con insistenza. Avete presente i gatti e come ti sanno guardare dall'alto dei loro quaranta centimetri al garrese? Appunto. Mi metteva in soggezione.

Il mio ex lo detestava profondamente e trovava la sua presenza inappropriata e inquietante: "Ma questo deve per forza stare qua? Ma non se ne può andare da un'altra parte? Ma perché non se lo tengono in casa?". Tutte le volte quando lo vedeva iniziava con la solita tiritera.
Anche a me LuiOLei mi stava antipatico ma accettavo la di buon grado la sua presenza. Dopo tutto che ti può fare di male un micio? Ucciderti?
Secondo me i problemi della vita sono ben altri.
Fame, guerra, malattie, Berlusconi che si ricandida sono problemi, non un gatto con lo sguardo assassino.

Quando il mio ex mi ha lasciata dopo mesi e mesi da incubo, una vita intera mi si è dispiegata davanti.
Non avevo un cazzo se non bollette da pagare e un lavoro senza prospettive che avrei perso a breve.
Ero però circondata da tanto affetto e avevo due gambe che mi portavano in giro e occhi per guardare.
In quel periodo ho iniziato a fare foto.
C'era troppa bellezza, troppo significato nel mondo che mi scorreva sotto gli occhi ogni singolo giorno.

E nemmeno LuiOLei poteva sottrarsi ai miei scatti. Iniziava ad incuriosirmi.
Quando l'ho fotografato la prima volta credo di averlo preso alla sprovvista.


La seconda era palesemente infastidito.


La terza volta mi ha vista, s'è girato e se n'è andato.


Alla quarta si è tenuto a debita distanza.


Poi un giorno, durante un insolitamente caldo pomeriggio di fine gennaio, abbiamo rotto il ghiaccio. Non so se ha ceduto per disperazione o se ho iniziato ad incuriosirlo anche io. Si è fatto fotografare come una modella.


Poi l'altro giorno tornando a casa l'ho visto. 
Volevo salutarlo prima della partenza ma siccome non so dire ciao in gattese, ho avvicinato la mano per accarezzarlo. Mi ha strusciato il muso addosso e io mi sono sciolta.



Mi piace pensare che quando tornerò LuiOlei sarà ancora lì dove l'ho lasciato.

P.S. La partenza è stata rinviata. La Carlotta l'ho trovata una mattina con la ruota a terra (e te pareva..) e ho avuto problemi con la mia casa che devo dare in affitto. Piccole inezie, tipo il rogito che non trovo e altre simpatici imprevisti. Ma io ci arriverò mai a Ravenna?

5 commenti:

  1. Piccoli intoppi ma vedrai che tutto si risolve!

    Quel Micio/Micia è adorabile. Come tutti i gatti che non hanno un punto di riferimento sono un po' diffidenti ma non significa siano cattivi o altro.
    Ho imparato a diffidare delle persone che non amano gli animali, sai?
    Hanno poco cuore...

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  2. Hai ragione. Non riesco a capire come la sola presenza di un animale o anche di una persona possa infastidire.
    A quel punto però prendersela per così poco significa avere problemi gravi nel cervello secondo me.
    Spero di riuscire a partire entro sabato. Tengo le dita incrociate!

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  3. Credo di sì, a ravenna prima o poi ci arrivano tutti. Al limite la puoi prendere per sfinimento come hai fatto con LuiOLei, è un metodo pressoché infallibile (se non si sfinisce prima Carlotta). Io non ho in grande simpatia i gatti, molto meglio i cagnoloni! Ciau :-)

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    1. Io sarò strana ma adoro gatti e cagnoloni in egual misura. Mi sa che la prima che si sfinisce è proprio la Carlotta ah ah ah!!Tieni le dita incrociate per me (soprattutto prima che intraprendo il fatidico viaggio). Mi raccomando che ci conto, eh.

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