(un bel po' di tempo fa, quando ancora credevo che questo blog potesse mantenere una certa parvenza di serietà e quando credevo di essere una persona che avesse veramente qualcosa di importante da dire, questo post non l'avrei mai pubblicato. Ma siccome mi sono accorta che non faccio altro che pubblicare minchiate dalla mattina alla sera, beccatevi pure questa)
Sono incazzata come una biscia.
"N'altra volta?"
No, l'altra volta ero incazzata come una faina. Oggi sono incazzata come una biscia. È diverso. Ma la faina che animale è? Lo sapete? Io no.
Vi ho sempre deliziato raccontandovi delle mie mirabolanti avventure sentimentali (un eufemismo per dire che vi ho fatto due maroni così parlandovi della mia tristissima vita amorosa), beh.
Voglio deliziarvi ancora.
E preparatevi perché a 'sto giro i maroni saranno belli gonfi.
Ho una (non so nemmeno come definirla. "Storia"? Non va bene. "Relazione"? Nemmeno. "Amicizia"? Ma col cazzo. Chiamiamola con il generico "Cosa" che è meglio")
Quindi, riprendendo il discorso, ho una cosa con un tizio che dura ormai da quasi sei mesi.
Notare, i sei mesi, sono sei mesi della mia preziossima vita.
Lui è impegnato con un'altra persona che non conosco e che non voglio manco sapere né chi sia, né da dove venga.
Ora, una persona matura, intelligente ma soprattutto equilibrata come la sottoscritta, secondo voi come reagisce di fronte a questa situazione alquanto particolare?
Reagisce provando sentimenti contrastanti. A volte inconciliabili tra loro. Come se non ci fosse una LiLLy sola, ma almeno tre o quattro LiLLy, costrette a condividere lo stesso tetto neuronale. E queste LiLLy litigano come pazze, si prendono a borsettate in testa, si lanciano posaceneri, se ne dicono di tutti i colori. Uno spettacolo a dir poco raccapricciante.
C'è la LiLLy del "Ma che cazzo me ne frega, fatemi ridere, fatemi dire quattro stronzate, datemi un po' di cibo, due carezze e sono la persona più felice sulla terra".
Quella LiLLy, sa godersi i bei momenti che passa con lui. Quella LiLLy non pensa a niente, non si fa seghe mentali, non pensa al futuro, pensa solo a stare bene. È felice, ed è felice di sapere che anche lui è felice.
Questa LiLLy però detesta profondamente l'altra LiLLy, quella cagacazzo.
La LiLLy cagacazzo è triste, depressa ma soprattutto incazzata col mondo.E si incazza ancora di più nel constatare la felicità altrui perché sotto, sotto, rosica d'invidia.
Quella LiLLy cagacazzo ce l'ha a morte con lui.
Perché lui non c'è sempre.
Perché lui il pacchetto completo non se lo vuole pigliare.
Perché lui può permettersi il lusso di una relazione. E pure dell'extra.
Infine c'è la LiLLy che sta scrivendo adesso, quella che guarda le altre due LiLLy e si domanda con che cazzo di gente le tocca convivere. Questa LiLLy si occupa delle public-relations e cerca di fare di tutto pur di sembrare una persona sana di mente agli occhi di lui. Anche se a volte cercare di nascondere i casini che le altre due sciagurate combinano diventa un casino.
Come è successo ieri sera.
Ho fatto outing.
Gli ho fatto capire che non ce la faccio. Che troppo spesso mi sento vuota.
Immaginate la tempesta emotiva che si è scatenata in me leggendo risposte del tipo:
"Anche a me è successo di provare una sensazione simile con te. Ma solo una volta, poi mi è passato"
Solo una volta? Ti è passato?
MA LI MORTACCI TUA.
e
"Forse hai bisogno di una relazione più stabile. Forse hai bisogno di staccarti da me"
Cosa, cosa, cosa, scusa? Distacco? Adesso?
MA VAFFANCULO.
Ecco, se dovessi rispondergli ora credo che lo ucciderei psicologicamente, quindi lascio perdere.
Non mi sarei mai dovuta cacciare in questa situazione. Sono proprio un'idiota.
Che sarà di me?
Avrei volentieri riempito il mio vuoto interiore con quintali di crema al mascarpone, ma ho deciso di iniziare a mangiare sano. Fanculo.
Se sostituissi la crema al mascarpone con dei peperoni crudi in insalata dite che va bene lo stesso?
lunedì 30 settembre 2013
domenica 29 settembre 2013
LiLLy is coming back
Perdonate l'assenza.
Ho avuto molte faccende da sbrigare. E comunque sarò riuscita a fare un quarto di tutto ciò che mi ero prefissata.
Fate un grandissimo applauso al mio senso di organizzazione e alla mia pigrizia.
Continuo a rimandare. Rimando e rimando. E so che prima o poi mi si presenterà il conto che a quel punto sarà salatissimo.
Sicuramente tutto questo rimandare nasconderà qualche implicito e sotterraneo significato.
Che prima o poi cercherò di comprendere.
Non adesso però perché non c'ho sbatti.
Dovrei essere più presente. Il mio cervello dovrebbe essere un po' più attivo. Io dovrei essere più attiva.
E non lo sono.
Eppure, sono felice.
Essere felici nonostante non si stia combinando un cazzo significa essere sprovveduti?
E chi lo sa.
Ma chi se ne frega.
Sto vivendo bei momenti. Con le mie colleghe che mi mancheranno un sacco quando sarò nuovamente disoccupata-e-in-cerca-di-lavoro. Con amici e famigliari.
Sto intessendo relazioni nuove, con nuove persone e mi sento circondata d'affetto.
Sono profondamente grata per tutto questa gioia.
E sento che sta succedendo qualcosa.
Non so ancora bene cosa.
Ma lo sento.
Ho avuto molte faccende da sbrigare. E comunque sarò riuscita a fare un quarto di tutto ciò che mi ero prefissata.
Fate un grandissimo applauso al mio senso di organizzazione e alla mia pigrizia.
Continuo a rimandare. Rimando e rimando. E so che prima o poi mi si presenterà il conto che a quel punto sarà salatissimo.
Sicuramente tutto questo rimandare nasconderà qualche implicito e sotterraneo significato.
Che prima o poi cercherò di comprendere.
Non adesso però perché non c'ho sbatti.
Dovrei essere più presente. Il mio cervello dovrebbe essere un po' più attivo. Io dovrei essere più attiva.
E non lo sono.
Eppure, sono felice.
Essere felici nonostante non si stia combinando un cazzo significa essere sprovveduti?
E chi lo sa.
Ma chi se ne frega.
Sto vivendo bei momenti. Con le mie colleghe che mi mancheranno un sacco quando sarò nuovamente disoccupata-e-in-cerca-di-lavoro. Con amici e famigliari.
Sto intessendo relazioni nuove, con nuove persone e mi sento circondata d'affetto.
Sono profondamente grata per tutto questa gioia.
E sento che sta succedendo qualcosa.
Non so ancora bene cosa.
Ma lo sento.
martedì 17 settembre 2013
Piccolo reportage fotografico di quest'estate quasi inesistente
L'estate sta finendo
E un anno se ne va.
Tra un po' ne faccio trenta, lo sai che non mi va?
D'ora in avanti, quando mi chiederanno quanti anni ho, risponderò con un venticinque politico. Fino al 2020 vedrò di arrangiarmi così. Poi si vedrà.
Ma tornando a quest'estate.
Davvero c'è stata l'estate?
Ho lavorato così tanto e con orari da vampiro che non lo so.
Ho perso tutta la tintarella faticosamente guadagnata poltrendo sotto il sole d'aprile e di maggio.
Adesso, mentre tutti sfoggiano abbronzature da urlo io ho questo colorito grigio cadaverico che mi dona proprio un sacco.
Eppure l'estate c'è stata. Me la sono goduta molto, molto poco, ma c'è stata.
Sono riuscita perfino a fare qualche foto.
(A proposito, ho scoperto che quando inizio ad allontanarmi da me stessa smetto di fare foto.
Le foto mi servono per cogliere il bello e la poesia che mi circonda.
Smettere è un segnale importante che ho iniziato a prendere seriamente in considerazione. Per una che c'ha l'umore ballerino come il mio è fondamentale)
Ecco i miei scatto preferiti.
Le caramelle portate in regalo ad una mia cara amica. Quando le ha viste
è stata felicissima. E poi dicono che i diamanti sono i migliori amici
delle donne. Se dovessi scegliere, le caramelle di lupo Alberto tutta la
vita.
E un anno se ne va.
Tra un po' ne faccio trenta, lo sai che non mi va?
D'ora in avanti, quando mi chiederanno quanti anni ho, risponderò con un venticinque politico. Fino al 2020 vedrò di arrangiarmi così. Poi si vedrà.
Ma tornando a quest'estate.
Davvero c'è stata l'estate?
Ho lavorato così tanto e con orari da vampiro che non lo so.
Ho perso tutta la tintarella faticosamente guadagnata poltrendo sotto il sole d'aprile e di maggio.
Adesso, mentre tutti sfoggiano abbronzature da urlo io ho questo colorito grigio cadaverico che mi dona proprio un sacco.
Eppure l'estate c'è stata. Me la sono goduta molto, molto poco, ma c'è stata.
Sono riuscita perfino a fare qualche foto.
(A proposito, ho scoperto che quando inizio ad allontanarmi da me stessa smetto di fare foto.
Le foto mi servono per cogliere il bello e la poesia che mi circonda.
Smettere è un segnale importante che ho iniziato a prendere seriamente in considerazione. Per una che c'ha l'umore ballerino come il mio è fondamentale)
Ecco i miei scatto preferiti.
Il cielo, le
nuvole e una palla colorata. In ricordo di una meravigliosa giornata
passata in piscina a giocare con mio nipote quattordicenne. Il tempo
non era bellissimo, ma noi ce ne siamo sbattuti il cazzo.
Tramonto al molo di Marina di Ravenna.
Quando
mi incazzavo di brutto, prendevo la bici e venivo qua. Adoro il molo di
Ravenna. E con quei dieci chilometri in bici per arrivarci e gli altri
dieci per tornarci riuscivo a scaricare la rabbia senza uccidere
nessuno.
Per fortuna sono riuscita, ogni tanto, a fare qualche gita fuori porta e a scoprire le bellezze della Romagna (ma anche dell'Emilia e della Toscana)
Sono tornata a Brisighella:
A Lugo:
Nelle Valli di Comacchio, La foto purtroppo non è bella e non rende minimamente l'idea. Come si fa a scattare una foto decente, a dare il senso di profondità, quando cielo e mare hanno lo stesso identico colore?
A Vinci:
A Cerreto Guidi:
Ho mangiato un sacco di cose buone:
Passatelli su fonduta con tartufo |
Tagliatelle con pancetta e radicchio |
Tortelli ai crostacei |
Cappelletti al ragù |
Zuppa inglese |
Delizie al limone, minchia che buone |
Ho bevuto qualche bicchiere di vino, si ma con molta classe. Pur rimanendo la burina di sempre.
A vederla così ques'estate non è stata poi così male, dai.
Ho avuto poco. Ma a quel poco mi ci sono attaccata con tutta me stessa.
Va benissimo così.
E che l'autunno sia ancora migliore.
sabato 14 settembre 2013
Un disperato, prepotente, immenso, bisogno di...
Avete presente come ci si sente quando ti trovi di fronte ad una di quelle situazioni che il tuo cervello proprio non riesc a concepire?
Ma io mi chiedo che cazzo ci sto a fare qua. Chi mi ci ha cacciata in questa vita? Chi sono? Dove vado? Qual è la strada? Dove minchia sto andando?
"E poi dì soprattutto perché. Perché? Nemmeno una risposta ai miei perché, perché?Forse la vita la capisce chi è più pratico. Hai un momento, dio? Non perché sono qua, insomma ci sarei anch'io. Hai un momento dio? O te o chi per te, avete un attimo per me?" *
(Immaginatela cantata dalla sottoscritta. Ah, no. Non potete. Non conoscete la mia flautata vocina. Siete fortunati)
E pensare che avevo preparato un bellissimo post, intitolato "Spinte in alto".
Proprio perché ero in fase up. Fase durata forse un paio di settimane.
Adesso sono in down. E secondo le stime basate sui miei trascorsi vissuti, credo proprio che ci rimarrò fino all'aprile del 2014. Festività incluse.
Colpa dell'utero belligerante? No. Magari fosse solo quello.
"E allora che cos'hai LiLLy?"
Ho un disperato, prepotente, immenso bisogno d'amore. Ecco, l'ho detto.
Anzi, no. Lasciamo perdere l'amore. Prima che mi infervoro e la freccia gliela tiro io ad Eros. Dritta, dritta nella carotide.
Ho un disperato, prepotente, immenso bisogno di...
Indovinate un po'?
"Sesso?"
Sagaci voi. Ma il punto non è quello. E per l'amor di dio, non parliamo di sesso che mi viene da piangere.
Ho un disperato.
Prepotente.
Immenso.
Bisogno di sorrisi, di abbracci, di persone che ti sappiano capire. Di sguardi affettuosi. Di battute e risate. Di pacche sulla schiena. Di entusiasmo. Di presenza.
Ho bisogno di costruire.
"Cosa vuoi costruire LiLLy'"
E che cazzo ne so? Da piccola perfino i lego mi facevano cagare.
Sento che ho cose buone da dare. E sento che con le persone giuste potrei fare cose belle. In ogni ambito della mia vita.
Ho sempre pensato a me stessa. Io, io, io e ancora io (credo che il titolo del mio blog la dica lunga su questo)
Io non valgo un cazzo.
Io sono figa.
Io ho questo, io ho quello.
Io mi sento una merda.
Ora questo stramaledetto Io non mi basta più.
Ho bisogno di relazione. Di autentiche relazioni. Perché da sola non vado da nessuna parte.
L'ho capito anche qui, nel mio blog. Qui ho tirato fuori parti di me rimaste al chiuso per anni. Le avrei mai tirate fuori se non avessi avuto persone che sapevo mi avrebbero ascoltata e capita? Io non lo so.
Come scrisse Adhara una volta in un commento: "Ognuno di noi sa dare agli altri ciò che ritiene più indicato per quel tipo di persona che ha davanti"
Ho bisogno di persone a cui dare tutto quello che ho dentro. E quello che ho dentro sento di non poterlo affidare a tutti.
Mi guarderò ancora attorno. Cercherò. Mi perderò. Scambierò ancora il male per il bene. Ma adesso so che tipo di persone voglio avere accanto nella mia vita. Ne verrà fuori qualcosa di buono, ne sono sicura.
Beh dai.
Per essere in fase down, non sono messa poi così male.
*Luciano Ligabue: "Hai un momento, Dio?"
Ma io mi chiedo che cazzo ci sto a fare qua. Chi mi ci ha cacciata in questa vita? Chi sono? Dove vado? Qual è la strada? Dove minchia sto andando?
"E poi dì soprattutto perché. Perché? Nemmeno una risposta ai miei perché, perché?Forse la vita la capisce chi è più pratico. Hai un momento, dio? Non perché sono qua, insomma ci sarei anch'io. Hai un momento dio? O te o chi per te, avete un attimo per me?" *
(Immaginatela cantata dalla sottoscritta. Ah, no. Non potete. Non conoscete la mia flautata vocina. Siete fortunati)
E pensare che avevo preparato un bellissimo post, intitolato "Spinte in alto".
Proprio perché ero in fase up. Fase durata forse un paio di settimane.
Adesso sono in down. E secondo le stime basate sui miei trascorsi vissuti, credo proprio che ci rimarrò fino all'aprile del 2014. Festività incluse.
Colpa dell'utero belligerante? No. Magari fosse solo quello.
"E allora che cos'hai LiLLy?"
Ho un disperato, prepotente, immenso bisogno d'amore. Ecco, l'ho detto.
Anzi, no. Lasciamo perdere l'amore. Prima che mi infervoro e la freccia gliela tiro io ad Eros. Dritta, dritta nella carotide.
Ho un disperato, prepotente, immenso bisogno di...
Indovinate un po'?
"Sesso?"
Sagaci voi. Ma il punto non è quello. E per l'amor di dio, non parliamo di sesso che mi viene da piangere.
Ho un disperato.
Prepotente.
Immenso.
Bisogno di sorrisi, di abbracci, di persone che ti sappiano capire. Di sguardi affettuosi. Di battute e risate. Di pacche sulla schiena. Di entusiasmo. Di presenza.
Ho bisogno di costruire.
"Cosa vuoi costruire LiLLy'"
E che cazzo ne so? Da piccola perfino i lego mi facevano cagare.
Sento che ho cose buone da dare. E sento che con le persone giuste potrei fare cose belle. In ogni ambito della mia vita.
Ho sempre pensato a me stessa. Io, io, io e ancora io (credo che il titolo del mio blog la dica lunga su questo)
Io non valgo un cazzo.
Io sono figa.
Io ho questo, io ho quello.
Io mi sento una merda.
Ora questo stramaledetto Io non mi basta più.
Ho bisogno di relazione. Di autentiche relazioni. Perché da sola non vado da nessuna parte.
L'ho capito anche qui, nel mio blog. Qui ho tirato fuori parti di me rimaste al chiuso per anni. Le avrei mai tirate fuori se non avessi avuto persone che sapevo mi avrebbero ascoltata e capita? Io non lo so.
Come scrisse Adhara una volta in un commento: "Ognuno di noi sa dare agli altri ciò che ritiene più indicato per quel tipo di persona che ha davanti"
Ho bisogno di persone a cui dare tutto quello che ho dentro. E quello che ho dentro sento di non poterlo affidare a tutti.
Mi guarderò ancora attorno. Cercherò. Mi perderò. Scambierò ancora il male per il bene. Ma adesso so che tipo di persone voglio avere accanto nella mia vita. Ne verrà fuori qualcosa di buono, ne sono sicura.
Beh dai.
Per essere in fase down, non sono messa poi così male.
*Luciano Ligabue: "Hai un momento, Dio?"
mercoledì 11 settembre 2013
Nervosa io? Ma quando cazzo mai?
"Dai LiLLy, sei tornata, di cosa ci vuoi parlare oggi? Di film? Musica? Libri? Politica? Lavoro? Disoccupazione?"
"No, non posso parlare di niente, sono incazzata come una faina"
"Usti, cosa succede? C'hai il cuoricino a pezzi?"
"No, il problema non è il cuore, il problema è l'utero"
"LiLLy, stai bene? Cosa c'era nell'ultima sigaretta che hai fumato?"
"No, non ho fumato nulla di strano, davvero, non oggi. Il mio utero mi ha dichiarato guerra. Cazzo gli ho fatto per farlo incazzare così io proprio non lo so"
"Bene LiLLy, il tuo utero ti ha dichiarato guerra. Quando il pancreas occuperà la cistifellea facci sapere. Intanto se vuoi ti diamo il numero di una persona che ti può aiutare..."
"Avete presente cosa significa passare tutto luglio con il ciclo che ti va e ti viene? È il caldo ti dicono. È lo stress psicologico e fisico del lavoro, ti dicono. Hai perso diversi chili, magari quello incide.
E tu che non sei più padrona di niente, manco del tuo apparato genitale, tutte le sere che devi vedere lui, cerchi di dare una regolata ai tuoi ormoni impazziti affidanti ad un comprovato ed efficace metodo scientifico: la preghiera.
Tu, o chiunque ci sia lassù o quaggiù, a tutt'intorno a me, ti prego. Ti supplico. Non stasera. Sarò una persona migliore, te lo prometto. La smetterò di pubblicare cazzate su internet, lo giuro. Non chiedermi di sacrificarti animali o parenti perché non ce la posso fare (per mio fratello possiamo trattare però, sappilo), se t'accontenti di una carbonara...
Evidentemente però la carbonara era troppo poco. E mio fratello nemmeno lui se lo voleva pigliare.
Poi arriva agosto. La situazione finalmente si normalizza. Io torno ad essere una donna felice e padrona di sé. Lui però, causa lavoro, l'ho visto pochissimo.
E ieri sera. Quella stra-maledetta sera. Dopo che mi sono fatta un culo così per giorni e giorni al lavoro. Dopo che non sono uscita quasi per niente. Dopo qualcosa come due settimane di astinenza seguite da altri lunghissimi periodi di astinenza. Dopo essermi fatta certi film in testa che stigrancazzi.
Vado in bagno e - ma guarda un po'- mi sono appena arrivate le mie cose.
Peccato mi fossero finite appena la scorsa settimana.
Porca merda.
Adesso sapete cosa vi dico? Vi dico che vado a farmi una bella doccia fredda, poi chiamo la guardia medica per farmi prescrivere qualcosa. La morfina. Che magari mi calma un po' i bollenti spiriti.
Ed oggi andrò in spiaggia a lanciare sassi in acqua. Perché sento che ho addosso questa gran voglia di picchiare qualcuno, ma siccome detesto qualsiasi forma di violenza, mi sfogherò così."
Seriamente, non ce la faccio più. Ho i nervi a pezzi. Umanamente parlando, le mestruazioni si possono sopportare una volta sola al mese. Non una alla settimana. Non sono preoccupata per la mia salute, perché non credo proprio che ci sia nulla di grave. Ma vedere la mia vita sessuale che va a rotoli quello si che mi scazza alquanto.
E non sopporto l'idea di non avere controllo sul mio corpo.
Domani ho la visita dalla ginecologa, se mi gira male e becco quella sbagliata va a finire che la defenestro.
Forse più che una ginecologa, mi serve un esorcista.
Morale della storia: "Larga la foglia, nella via ce ne sono tre. L'utero è mio ma si gestisce da sé"
"No, non posso parlare di niente, sono incazzata come una faina"
"Usti, cosa succede? C'hai il cuoricino a pezzi?"
"No, il problema non è il cuore, il problema è l'utero"
"LiLLy, stai bene? Cosa c'era nell'ultima sigaretta che hai fumato?"
"No, non ho fumato nulla di strano, davvero, non oggi. Il mio utero mi ha dichiarato guerra. Cazzo gli ho fatto per farlo incazzare così io proprio non lo so"
"Bene LiLLy, il tuo utero ti ha dichiarato guerra. Quando il pancreas occuperà la cistifellea facci sapere. Intanto se vuoi ti diamo il numero di una persona che ti può aiutare..."
"Avete presente cosa significa passare tutto luglio con il ciclo che ti va e ti viene? È il caldo ti dicono. È lo stress psicologico e fisico del lavoro, ti dicono. Hai perso diversi chili, magari quello incide.
E tu che non sei più padrona di niente, manco del tuo apparato genitale, tutte le sere che devi vedere lui, cerchi di dare una regolata ai tuoi ormoni impazziti affidanti ad un comprovato ed efficace metodo scientifico: la preghiera.
Tu, o chiunque ci sia lassù o quaggiù, a tutt'intorno a me, ti prego. Ti supplico. Non stasera. Sarò una persona migliore, te lo prometto. La smetterò di pubblicare cazzate su internet, lo giuro. Non chiedermi di sacrificarti animali o parenti perché non ce la posso fare (per mio fratello possiamo trattare però, sappilo), se t'accontenti di una carbonara...
Evidentemente però la carbonara era troppo poco. E mio fratello nemmeno lui se lo voleva pigliare.
Poi arriva agosto. La situazione finalmente si normalizza. Io torno ad essere una donna felice e padrona di sé. Lui però, causa lavoro, l'ho visto pochissimo.
E ieri sera. Quella stra-maledetta sera. Dopo che mi sono fatta un culo così per giorni e giorni al lavoro. Dopo che non sono uscita quasi per niente. Dopo qualcosa come due settimane di astinenza seguite da altri lunghissimi periodi di astinenza. Dopo essermi fatta certi film in testa che stigrancazzi.
Vado in bagno e - ma guarda un po'- mi sono appena arrivate le mie cose.
Peccato mi fossero finite appena la scorsa settimana.
Porca merda.
Adesso sapete cosa vi dico? Vi dico che vado a farmi una bella doccia fredda, poi chiamo la guardia medica per farmi prescrivere qualcosa. La morfina. Che magari mi calma un po' i bollenti spiriti.
Ed oggi andrò in spiaggia a lanciare sassi in acqua. Perché sento che ho addosso questa gran voglia di picchiare qualcuno, ma siccome detesto qualsiasi forma di violenza, mi sfogherò così."
Seriamente, non ce la faccio più. Ho i nervi a pezzi. Umanamente parlando, le mestruazioni si possono sopportare una volta sola al mese. Non una alla settimana. Non sono preoccupata per la mia salute, perché non credo proprio che ci sia nulla di grave. Ma vedere la mia vita sessuale che va a rotoli quello si che mi scazza alquanto.
E non sopporto l'idea di non avere controllo sul mio corpo.
Domani ho la visita dalla ginecologa, se mi gira male e becco quella sbagliata va a finire che la defenestro.
Forse più che una ginecologa, mi serve un esorcista.
Morale della storia: "Larga la foglia, nella via ce ne sono tre. L'utero è mio ma si gestisce da sé"
domenica 8 settembre 2013
Aggiornamenti. Ovvero avrei millemila...
-persone da vedere
-emozioni da elaborare
-progetti da concretizzare
-post e lettere e mail da scrivere
E invece ho millemila:
-ore di sonno da recuperare
-ore di lavoro da fare
-bicchieri da lavare
-caffè da preparare
Sono stanca ed euforica allo stesso tempo.
A settembre ci aspettavamo un po' di tranquillità e invece stiamo lavorando come ad agosto. Ieri sera forse anche di più.
Spero di avere presto un po' di pace per dedicarmi di nuovo a me stessa e alle persone a cui voglio bene.
E, perché no, magari anche per farmi la ceretta.
Non appena avrò un po' di tempo tornerò di nuovo a scrivere, per ora mi auguro solo che il tempo cambi in fretta.
Tenetevela voi l'estate, io spero che nel ravennate si scatenino presto tempeste e bufere.
Così almeno anche gli ultimi turisti se ne tornano a casa.
Voglio tentare con la danza della pioggia.
Ne conoscete una che avete provato e ha funzionato?
Ho fatto una mezza ricerca su internet ma non ho trovato nulla di convincente.
Ho bisogno urgente di riposo.
A presto,
Con affetto,
LiLLy
domenica 1 settembre 2013
Destino
La conoscete la leggenda della cicogna? Non sto parlando di quella che vede l'uccello in questione portare i bambini. Nel caso non lo sappiate ancora, si tratta di una castroneria.
Sto parlando di quella leggenda che -dove sia nata non so- vede questo tizio uscire di casa nel cuore della notte perché aveva 'sto bisogno impellente di camminare.
Questo esce e cammina.
Cammina per ore. Nel fango. A caso.
Non stava molto bene credo. Voglio dire, è notte, fuori è tutto schifosamente impantanato e tu ti metti a camminare senza motivo? Beh, stai male.
Poi torna a casa e la mattina, sorpresa delle sorprese, s'accorge che il tracciato lasciato sul fango dal suo errare aveva una forma precisa, quella di una cicogna.
Io sono anni che scruto i miei tracciati nel fango e non ho mai visto una beata minchia.
E non è che pretendo proprio di vedere una cicogna, eh. La cicogna è fin troppo bella.
M'accontenterei anche d'un piccione.
E invece niente.
L'altro giorno stavo parlando di questa vita mia così strana e mi sento dire che alla fine ci sono disegni che non ci è dato vedere. Che esiste quella cosa chiamata destino.
Io non ci ho mai creduto. Non ho mai creduto in niente. È semplicemente una questione troppo dolorosa per me che sono cresciuta assorbendo rabbia e dolore.
E poi ogni tanto mi dico: ma chi cazzo sono io per avere un disegno?
Ci sono persone che nascono in condizioni che io non posso nemmeno minimamente immaginare. Che per quanto possa io lagnarmi della crisi, la fame non l'ho mai conosciuta, se sono stata male mi hanno curata, non mi è mai mancato nulla.
I disegni sono distribuiti disegualmente come i privilegi sociali?
E allora che cazzo di disegni sono?
E comunque non importa in quale parte del mondo nasci, c'è una regola che vale per tutti: oggi ci sei, magari domani no. Purtroppo ne so qualcosa. Purtroppo credo che tutti ne sappiamo qualcosa.
In questi ultimi mesi però ho capito. Ho capito che questi quattro ragionamenti che mi faccio in testa sono grigi e vuoti. Sterili.
Mai come oggi ho bisogno di credere in qualcosa.
Mai come oggi ho bisogno di sacro.
Questa settimana dovrò fare una scappata a Milano, per dare il benvenuto ad una persona che è appena arrivata tra noi.
E a dire addio ad un'altra che ci ha appena lasciato.
Il destino.
Sto parlando di quella leggenda che -dove sia nata non so- vede questo tizio uscire di casa nel cuore della notte perché aveva 'sto bisogno impellente di camminare.
Questo esce e cammina.
Cammina per ore. Nel fango. A caso.
Non stava molto bene credo. Voglio dire, è notte, fuori è tutto schifosamente impantanato e tu ti metti a camminare senza motivo? Beh, stai male.
Poi torna a casa e la mattina, sorpresa delle sorprese, s'accorge che il tracciato lasciato sul fango dal suo errare aveva una forma precisa, quella di una cicogna.
Io sono anni che scruto i miei tracciati nel fango e non ho mai visto una beata minchia.
E non è che pretendo proprio di vedere una cicogna, eh. La cicogna è fin troppo bella.
M'accontenterei anche d'un piccione.
E invece niente.
L'altro giorno stavo parlando di questa vita mia così strana e mi sento dire che alla fine ci sono disegni che non ci è dato vedere. Che esiste quella cosa chiamata destino.
Io non ci ho mai creduto. Non ho mai creduto in niente. È semplicemente una questione troppo dolorosa per me che sono cresciuta assorbendo rabbia e dolore.
E poi ogni tanto mi dico: ma chi cazzo sono io per avere un disegno?
Ci sono persone che nascono in condizioni che io non posso nemmeno minimamente immaginare. Che per quanto possa io lagnarmi della crisi, la fame non l'ho mai conosciuta, se sono stata male mi hanno curata, non mi è mai mancato nulla.
I disegni sono distribuiti disegualmente come i privilegi sociali?
E allora che cazzo di disegni sono?
E comunque non importa in quale parte del mondo nasci, c'è una regola che vale per tutti: oggi ci sei, magari domani no. Purtroppo ne so qualcosa. Purtroppo credo che tutti ne sappiamo qualcosa.
In questi ultimi mesi però ho capito. Ho capito che questi quattro ragionamenti che mi faccio in testa sono grigi e vuoti. Sterili.
Mai come oggi ho bisogno di credere in qualcosa.
Mai come oggi ho bisogno di sacro.
Questa settimana dovrò fare una scappata a Milano, per dare il benvenuto ad una persona che è appena arrivata tra noi.
E a dire addio ad un'altra che ci ha appena lasciato.
Il destino.
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