Il primo che ho visto è stato "Melancholia" di Von Trier.
L'incipiti in slow-motion che ha in sottofondo le musiche del "Tristano e Isotta" di Wagner si apre con un primo piano Kirsten Dunst che sembra strafatta di ero mentre intorno a lei cadono degli uccelli.
Morti.
O almeno credo che siano morti altrimenti volerebbero.
Magari sono semplicemente svenuti.
Poi ci sono dei cavalli che crollano sulle loro zampe posteriori. Due pianeti (almeno all'inizio sembrano due pianeti) che si scontrano.
Si, insomma, una gran botta di vita.
Tema principale del film è la depressione. E te pareva.
Ciò non toglie che è un film con i controcoglioni e che il regista non ce la fa più.
D'altra parte però cosa ci si poteva aspettare da uno che al festival di Cannes s'è dichiarato nazista e che si è fatto aggiungere il Von al cognome come simbolo di regalità?
Il vero problema però è che Von Trier è un maestro nel descrivere la depressione e lo fa così bene, ma così bene che te la fa venire pure.
Che voglio dire, tanto di cappello, non è mica da tutti, però come si fa se con il dvd non ti danno in allegato anche un po' di prozac?
Lo sguardo felice di Kirsten Dunst in "Melancholia" |
Come secondo film ho scelto qualcosa di più leggerino e dai toni più brillanti, "Shopgirl".
Chi l'ha visto sa con assoluta certezza che non né un film leggero né tanto meno brillante.
Il fatto è che qualsiasi film paragonato a "Melancholia" diventa divertente. Anche "L'armata Potemkin".
Protagonista del film è Mirabelle, una ragazza giovane, bella , intelligente. Peccato che è depressa. Si, pure lei.
E in più non se la caga nessuno a parte il gatto.
Riceve però delle avances da un tizio ultra cinquantenne (o forse anche ultra sessantenne) che se la vuole solo scopare e da uno spiantato che in assenza di profilattici le chiede se ha un sacchetto di plastica.
Ripeto, un sacchetto di plastica.
Chi scegliere tra i due? Fossi stata in lei avrei scelto il gatto, ma sono punti di vista.
Dicono tutti così |
Terzo film "Holy smoke" della Campion, la stessa regista di "Lezioni di piano" , film che avevo apprezzato parecchio in quinta elementare, sia per l'intensa scena di sesso tra Keitel e la Hunter, sia per la storia del dito mozzato. Si, a undici anni dovevo avere dei gravi problemi, ne sono consapevole.
La protagonista, Claire, interpretata da una bellissima e neanche tanto magra Kate Winslet, è un'australiana di Sansouci (Ci fanno la birra lì?) che durante un viaggio in India entra a far parte della setta di un santone. La famiglia si preoccupa e per risolvere il problema chi chiama? Ovviamente Keitel. Che però, a differenza che in Pulp Fiction, qui non ha i nervi molto saldi e i problemi anzichè risolverli li crea.
Claire non è depressa per fortuna. Lei è proprio fuori di cervello. Ma almeno è simpatica, irriverente e fragile come la Clementine di "Se mi lasci ti cancello".
Se qualcuno può consigliarmi qualche film più leggero e divertente che non sia dei fratelli Vanzina gliene sarei infinitamente grata.