venerdì 21 febbraio 2014

-LiLLy e...- Ovvero i peggiori scenari apocalittici mai partoriti dalla mente di una donna

Adesso ho capito perché per nove lunghi mesi della mia esistenza ho avuto una specie di pseudo storia con un uomo impegnato.
Perché avevo sesso e -più o meno- presenza, senza avere legami. Senza che l'altro invadesse i miei spazi.
Perché, cazzo, così si sta bene.
Un giorno a Padova, un altro a Torino, un altro sa il cazzo dove.
E non me ne fotte una minchia se vedo i miei amici che si accasano, sfornano pargoli manco fossero cup cakes e decidono la destinazione del viaggio di nozze.
C'è fretta?
Che vada a forsi fottere anche il ticchettio dell'orologio biologico. Tanto male che vada tra cinque anni mi faccio congelare gli ovuli. Così poi magari ci faccio la frittata.

Il punto è che sono rimasta traumatizzata. Ho conosciuto più famiglie disfunzionali io che il servizio "Minori e famiglia" del comune di Milano. O la Lucia in tutta la sua tata-esistenza.
E poi c'è quell'altro piccolo problema. Quello della salute mentale che vacilla. Dell'incorenza. Del voler provare tutto e il contrario di tutto. Del non volermi fermare. Dello scappare. E del voler sentirmi Amata, con la A maiusocola.
E un'altra cosa ancora. Nella mia vita credo di avere uno scopo da realizzare.
Ormai, sono sempre più convinta che ognuno di noi abbia il suo percorso da fare e i il suo scopo ultimo da raggiungere.
Io non ho ancora capito quale cazzo sia il mio. Attualmente mi verrebbe da dire il "rubare l'ossigeno a coloro che lavorano", ma spero di cambiare presto il mio karma altrimenti potrei rimanerci moooooolto male. Ma moooolto.

E comunque alla vita non gliene frega niente, continua a sbatterti in faccia le tue manchevolezze e le tue paure.

"Ma ti immagini tu un giorno? Ti sei mai immaginata madre? Con una famiglia? Con un compagno?"
"Scusa, scusa, scusa. Please, pronuncia le seguenti parole: madre, famiglia e compagno lontano da me. Perché mi fai venire il prurito. E ho paura di avere uno schock anafilattico.
E comunque no. Non ci penso. Non mi immagino, non mi ci vedo"

E invece poi mi ci sono vista, immaginata e pensata. La mia piccola mente malata ha partorito scenari apocalittici.

Scenario apocalittico numero 1 -LiLLy e il tizio tanto carino e simpatico all'inizio che si trasforma in un bruto"

Già mi ci vedo. Io e lui nell'appartamento. Mesi di affitto da pagare. Bottiglie aperte di birra in frigor che fermentano in mezzo a caciotte amuffite e svariati tipi di verdure che hanno perso il loro aspetto naturale per trasformarsi in una sorta di blob.
Io sto a casa, ovviamente non lavoro. Il mio unico lavoro è procreare.
Due tre pargoli in giro, sparsi per il pavimento, che scambiano le bottiglie di vino vuote per biberon e che ci rimangono malissimo nel constatare che sono vuote.
Mentre aspetto il mio compagno, cerco di accendere un fornello che non ne vuole sapere di accendersi, perché devo preparare un salutare pasto a base di pataine fritte e hamburger insaporiti con la cenere della mie preziosissime camel light.

"Mamma, quando me lo fai il bagno?"
"Quando non ci saranno più i vestiti in ammollo"
"Ma perché non usiamo la lavatrice?"
"Chiediglielo a tuo padre dove sono andati a finire i soldi per la lavatrice nuova. Chiediglielo a lui e a quell'altra sgualdrina con cui esce insieme!!!"

Poi eccolo, arriva lui, l'uomo della mia vita. Uno di quei tizi che a trent'anni già ne dimostrano sessanta. Con la panza, la canottiera bianca e 'na croce al collo così grossa che potrebbe benissimo reggere il Cristo intero di Rio De Janeiro.
S'annuncia con un rutto.
"Oh tu, uomo di merda, hai portato a casa i soldi?"
Risponde con un altro rutto che significa no.
"Bello passare il tempo con quell'altra sgualdrina, mentre io sono qui a marcire in questo buco! Ma va a laurà barbun!"
Lui, acchiappa un hamburger mezzo cotto dalla pentola, se lo mangia, s'acchiappa la bottiglia di birra che fermenta in frigor da mesi e, sempre ruttando, scappa via.


Scenario numero due -LiLLy e l'uomo in carriera-

Già mi ci immagino. Nella villa. Soldi a palate. Lui sempre in giro per lavoro e per scopare a destra e a manca. A pagamento. Perché fa talmente schifo che non ci si vorrebbe accoppiare nessuno con lui. Manco io.
Io ovviamente non lavoro. Anzi, l'unico motivo per cui mi sono sposata è proprio perché l'assenza di lavoro mi aveva spinta a cercare qualcuno che mi mantenesse. E così sono finita, con il voltastomaco,  tra le braccia di questo abietto individuo con il sex appeal di un calzino sgualcito e la cui pelle ha il vago sentore del muflone in calore

Mi immagino lì, seduta su una sedia.
Mentra strafatta di psicofarmaci aspetto lui.
I miei figli sono chiusi, ognuno nella loro camera. Perché abbiamo problemi relazionali talmente gravi che non riusciamo a reggere l'uno la presenza dell'altro. O forse la nostra relazione è andata a farsi benedire nel momento in cui, appena dopo il parto, mi sono stati strappati via dalla sadica suocera, per essere affidati ad una balia.

"Ma perché? Io voglio crescere i miei bambini...datemi i miei bambini!"
"Tesoro, nella nostra famiglia, non si usa, non è ammesso. Adesso da brava, apri la bocca che la tua cara suocerina ti da la medicina" E da lì il nulla.

Ed ecco che lui arriva. Lo capisco dall'odore di muflone che inizia ad invadere l'aria.
Entra. Mi guarda.
"Ciao" mi dice.
"Ciao" gli rispondo con la bocca impastata dagli psicofarmaci.
"Ho parlato con mia madre"
La mia faccia si trasforma in una maschera di spavento.
"Pensi che lei non si sia accorta che quando io non ci sono tu ti fai sbattere da Pedro, il giardiniere?"
"E pensi che io non me ne sono accorta che vai più a zoccole tu che un certo nostro ex presidente del consiglio?"
"Ebbene, adesso sono cazzi tuoi. L'ho licenziato"
"No, Pedro noooooo! Pedro mi amor! Bastardo, bastardo senza cuore!"

Scenario apocalittico numero 3 -LiLLy e quello che c'ha dei gravi problemi mentali gravi. Ma molto gravi"-

Già mi ci vedo. In casa. Questa volta lui è presente. Fin troppo presente. E la casa è pulita. Fin troppo pulita, infatti l'odore di candeggina fa lacrimare gli occhi.

"LiLLy, vieni qua che c'abbiamo le pulizie da fare in casa"
"Ma le abbiamo appena fatte!"
"I microbi! Questa casa è piena di microbi!"
"Ai microbi pensi tu? Mai una volta che mi porti a cena fuori!"
"A cena fuori, ma sei matta? Non esistono ristoranti puliti, rischieremmo di morire lo sai?"
"Ma che cazzo, non posso stare sempre in casa, non lavoro nemmeno io...ho bisogno di prendere aria, ARIA!"
"L'aria fa male, fa venire la broncopolminite. Dai calmati, prendi lo straccio e vai a pulire il pavimento del bagno. Io intanto faccio la cucina. Dopo li vai a recuperare tu i bambini nella camera iperbarica?"
"Ma io soffoco, lo vuoi capire, SOFFOCO!"
"Adesso ti passa. Ma non pensi a quanto siamo felici noi? Io, te e i bambini nella camera iperbarica?"
"Ma io..."
"LiLLy, dai, avanti, lo sai cosa devi ripetere quando ti senti così, vero?"
"Sì"
"E avanti, dillo allora"
"Noi siamo una squadra"
"Avanti, più forte"
"NOI SIAMO UNA SQUADRA!!!!"
"Brava, è questo che voglio sentire. Ah, a proposito, domani dobbiamo prendere l'amuchina...sai, viene il giardiniere nuovo, prima di fargli tagliere la siepe, lo voglio igienizzare per benino."
"Hai trovato il giardieniere nuovo? Come si chiama"
"Pedro"

Io non ce la posso fare...

martedì 18 febbraio 2014

Chi ci capisce qualcosa è bravo

Ciao belli! Eccomi, appena tornata dalla trasferta padovana. A proposito, il post che abbiamo scritto io e quella meravigliosa donna che è Adhara, lo trovate qui.

Ci sarebbero mille mila altre cose da raccontare, tra cui:

1) Il lavoro che non arriva. Ma tanto adesso che al governo abbiamo quel gran simpaticone di Renzi, io mi sento in una botte di ferro. O forse in un pigiama di cemento, non so.
A parte l'espressione del viso non particolarmente rassicurante -ma nemmeno particolarmente sagace se per questo-  quel  suo motto "Una riforma al mese" mi fa venire i brividi.
No perché se le sopracitate riforme dovessero servire per farci finire nella cacca, vorrei far presente, casomai non si fosse capito, che qui di merda ce ne abbiamo già fin sopra i capelli.

2) La voglia di cambiare qualcosa in questo paese di merda. Tipo che mentre quei minchioni che stanno al governo continuano a minchionare, forse bisognere fare davvero qualcosa.
Tipo regolamentare la disoccupazione che qui ormai è il far west. Perché non si può riuscire a lavorare per "botta di culo". Chi è a casa da più tempo dovrebbe avere priorità rispetto agli altri.
Tipo che bisognerebbe fare CONTROLLI. Perché qui la crisi sta diventando una cazzo di scusa per SFRUTTARE le persone, per farle lavorare in nero, con orari da lager e per sottopagarle.
E già che ci sono terrei sotto controllo agenzie interinali e centri dell'impiego, perché non ho mica capito come cazzo lavorano.

3) Nonostante le brutture che mi corcondano, mi sento fortunata. Perché il destino mi ha fatto conoscere persone meravigliose. Persone con la P maiuscola. Vere, belle, che più trascorri del tempo con loro e più ti resituiscono emozioni, significato e conforto.
Parlo di quelle tre grandi donne che sono Adhara, Carola e Sea che in questi ultimi mesi ho imparato a conoscere meglio.
Parlo di molte altre persone che ho conosciuto nella vita reale.( E sono anche sicura che qualche infiltrato da fuori che legge c'è)
Ragazzi, l'Italia c'è, è viva! Cazzo, se solo prendessimo davvero consapevolezza delle nostre capacità e della nostra reale forza , questo minchia di paese lo ribalteremmo come un calzino!

4) Nonostante le brutture che mi circondano, mi sento fortunata due volte. Perché posso fare foto.
Voi non avete la minima idea di quanto la fotografia ultimamente mi stia riempiendo di gioia.
E non me ne frega un cazzo di niente, mi piace e basta.

5) Ho scoperto Spotify. E i mie orizzonti musicali si stanno allargando, includendo panorami fino a poco tempo fa impensabili.
Certo, c'è ancora qualcosa da sistemare.
In primis, a differenza del liberale youtube, Spotify è dittatura allo stato puro.
Avete presente in Italia, no? Che ti svegli una mattina e ti trovi Monti in parlamento. E ti chiedi chi cazzo l'ha votato. Poi salta fuori Letta, forse dall'uovo di Pasqua. E alla fine, surprise! Renzi. E pensi che no, cazzarola, il primo di aprile è ancora lontano. Carnevale pure.
Insomma Spotify è uguale. Ti alzi una mattina e ti trovi tre le tue stazioni radio quella di Eminem.
"Io? Eminem? Ma chi minchia l'ha mai ascoltato?"
E, indovinate un po'? Per qualche misterioso motivo quella stazione radio non la posso cancellare. Sicché mi troverò sempre sotto gli occhi Eminem e la sua  sgraditissima faccia da culo.
Secondo problema: i suggerimenti di ascolto.
Ascolti De André e lui ti propone gli Articolo 31.
Con i Baustelle ti suggerisce Cesare Cremonini.
Spotify, ma che cazzo ti fumi?
Terzo problema: la stazione radio dei Beatles non contiene canzoni dei Beatles. Solo cover. E altra roba inclassificabile.
Persino una mente geniale come quella di Brunetta potrebbe partorire qualcosa di più sensato, cazzarola.

6) A parte il non lavoro, le belle persone, la fotografia e Spotify, c'è molto altro.
C'è che la manopola dell'umore, quella che io non riesco mai a regolare, adesso è perennemente in up.
Troppi stimoli. Ho il cuore sotto centrifuga. Quintalate di pensieri ed emozioni da far asciugare al sole.
Dormo poco e male.
Insomma, sembro stra fatta di cocaina. O forse ho solo tirato su col naso troppa farina di ceci (quella che uso adesso per farmi un naturalissimo shampoo casalingo).
Ma che cazzo sto combinando?

7) E ci sarebbero anche progetti. Partoriti tra uno spritz e una birra.
Boh.
In questi ultimi mesi mi sono evoluta come un Pokemon.
Auguratemi solo di non fare cazzate.